La sera del dieci novembre, vigilia della Festa di S.Martino, a S.Valentino in Abruzzo Citeriore (Pe) si svolge una particolarissima cerimonia chiamata “Processione dei Cornuti”.
Gli elementi caratterizzanti di questa “Processione” sono due:
le Corna e la così detta “Reliquia”.
Le corna sono rappresentate sotto varie forme che vanno dai classici due peperoncini rossi, alle corna di animali, di vacca, di capra, di cervo.
La Reliquia invece che è il simbolo più importante della cerimonia, consiste in un “Fallo” di legno coperto da un velo.
A una certa ora di sera (quest’anno inizierà verso le 19,30) si forma una processione in cui sfilano le varie “corna” portate sul cappello, come nel caso dei peperoncini, o montate su aste e addobbate in vari modi, nel caso delle corna di animali.
L’ultimo degli sposati dell’anno scorso porta la “Reliquia” accompagnato da candele accese e campane . Il corteo parte dalla piazza di S.Nicola ed entra nel paese, arrivati a P.zza Cesarone ex P.zza degli Uffici avviene la “Consegna”.
Questo è il momento culminante e caratteristico della festa che non trova riscontri in nessun altra località.Il portatore della “Reliquia” la consegna all’ultimo degli sposati di quest’anno che poi la porterà in mano per tutto il corteo, al momento della consegna vengono poste sul suo capo le “Corna”, inevitabile rischio di ogni matrimonio.
Il corteo poi sfila per tutto il paese accompagnato da suonatori di organetto, tamburi, tamburello e strumenti vari.Si cantano canzoni e fino a non molti anni fa erano previste varie soste davanti alle case di coloro che avevano la fama di essere “cornuti”.
Quest’ultima usanza è attualmente caduta in disuso, ma la processione è sempre occasione di sfottò e prese in giro verso i veri o presunti cornuti, o comunque verso tutti coloro che partecipano: “cornuti potenziali”.
La festa anticamente era organizzata da un gruppo di persone chiamate la Congrega di S.Martino, la quale decideva di volta in volta i vari aspetti della Processione.
Infatti al di là degli elementi fissi della cerimonia (le Corna, la Reliquia e la Consegna) molto è affidato alla fantasia e all’inventiva dei partecipanti, quindi essa assume aspetti vari di anno in anno.
L’origine di questa festa è sicuramente molto antica, le testimonianze, fino ad oggi reperite, sono sicuramente antecedenti alla metà del 1800.
Tuttavia un’ analisi antropologica della cerimonia e una serie di leggende tramandate, presuppongono radici molto più arcaiche. A questo proposito bisogna dire che l’accostamento tra la festa religiosa S.Martino, che fu vescovo di Tour in Francia, e i “cornuti” è del tutto casuale.
«La sfortuna, se così possiamo dire, di questo Santo», spiega il sindaco di San Valentino, Angelo D’Ottavio, «è stata quella che la sua festa nel Calendario della Chiesa Cattolica, cadeva proprio nel periodo in cui anticamente si svolgevano rituali tesi a propiziare l'abbondanza e la fertilità.
In questo senso i due simboli della festa sono significativi: le corna rimandano alla falce della luna crescente, antico simbolo della fertilità femminile ed il fallo è, ovviamente, il simbolo della fertilità maschile.
Quello che conta è lo spirito vero della “Processione”, che è quello di saper sdrammatizzare con l’allegria e lo sberleffo anche gli aspetti più “drammatici” che ci possono capitare nella vita, come quello di diventare “cornuti” .
L’allegra celebrazione della sessualità e di tutte le sue a volte, inevitabili conseguenze, caratterizza da sempre questa ricorrenza e noi invitiamo a parteciparvi con le parole di un antico canto della notte di S.Martino che a proposito di corna recita:
Chi le te e le sa purtà, Sande Martine l’ajutarrà/ Chie le te e nen le sa purtà, Sande martine ce pozza penzà»
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