«Ho scelto l’Abruzzo»
«Ho scelto l’Abruzzo»Osvaldo Bevilacqua, il giornalista che ha inventato il turismo in tv, ha preso casa sull’Altopiano delle Rocche. E dice la sua sulla promozione turistica«L’Abruzzo? È la mia terra d’adozione, una terra che mi sta a cuore, ma che è anche un punto forte del turismo nazionale. Però, purtroppo, per colpa dei suoi amministratori non ha saputo sfruttare al meglio le sua enormi potenzialità e capacità. Che sono il mare e la montagna, le città d’arte, la campagna: perchè a questa regione cosa manca?». Parola di Osvaldo Bevilacqua, giornalista Rai, il volto che ha dato per primo spessore e sostanza all’idea che un media come la tv potesse diventare il miglior testimonial per il turismo di massa. Insomma, prima che Alle falde del Kilimangiaro proponesse un modello esotico, lui aveva già battuto metro a metro il Belpaese con il suo Sereno variabile: scovando con l’occhio della telecamera scorci e itinerari, bellezze architettoniche e ambienti naturali. Chiaro, così, che nello stand abruzzese alla Bit di Milano un personaggio del genere non potesse passare inosservato, soprattutto ora che in Abruzzo ha preso casa, certificando un amore che non è più solo affare privato: «Che posto ho scelto? L’altopiano delle Rocche, Terranera: un borgo di ottanta anime, pecore comprese, che difendo con i denti». La difesa di un pezzo d’Abruzzo ancora “terra vergine” non impedisce un’analisi realistica: «Questa è una terra da valorizzare, non si possono perdere certe sue potenzialità. Il turismo è un settore trainante, e una regione cuore verde d’Europa ha le carte in regole per competere e per essere trainante, anche rispetto alla concorrenza, perché ha tutto». Insomma, dice Bevilacqua, la sfida al mercato globale e alle sue overdosi comunicative non deve certo spaventare la regione-Lilliput, ma a condizione di usare bene le frecce al proprio arco: «È una terra per tutte le stagioni. Oggi si parla di turismi, parola che io detesto, ma se vogliamo restare nel segno dell’odierna comunicazione del settore, l’Abruzzo è la terra per tutti i turismi che ci sono. Prendete una figura come Celestino V: è nota più all’estero che da noi, ha enormi potenzialità. All’Aquila però la Perdonanza la conoscono quasi solo i suoi abitanti: senza offesa per nessuno, somiglia a una sagra di paese. Quando invece potrebbe essere un evento internazionale di grande livello e prestigio. Come Celestino».
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