Speciale weekendUna passeggiata a Vallenquina
Bernard Law, il grande viaggiatore che all'inizio dell'800 stabilì l'invidiabile primato di girare gran parte dei paesi della terra in tre anni, proclamò con enfasi che "…chi non conosce il mondo non conosce sé stesso!".
E' incredibile pensare a quanti ignorano le beltà della porzione di mondo che è il proprio territorio.
Ecco perché noi di Teramo news abbiamo deciso di proporre in ogni weekend un luogo da visitare, non lontano dalle nostre case.
Un consiglio, quindi, per una passeggiata domenicale alla ricerca delle nostre radici.
Ecco il link del percorso da Teramo a VallenquinaUna passeggiata a Vallenquina
A voler dipingere il panorama che si incontra risalendo il fiume Castellano, la tavolozza dovrebbe contenere tutti i colori della terra: il verde dei boschi, il bianco dell'acqua che scende dalle montagne, il marrone delle mandrie, il grigio delle pietre dei borghi. Una terra essenziale, sovrastata dal blu del cielo.
Partendo da
Teramo verso
Campli e deviando verso
Macchia da Sole, risalirete il corso del Salinello al di sopra delle gole, dirigendovi poi a
Leofara. Scendendo verso
Valle Castellana, potrete scoprire una
contrada a 869 metri di altezza, incredibilmente bella che vanta secoli di storia, dai tempi del brigantaggio fino all'ultima guerra mondiale.
Vallenquina, è questo il nome del minuscolo borgo che, nei secoli scorsi era conosciuto come Valle Equina, diretta potestà di una delle famiglie più antiche della città di Teramo, i Bonifaci, che abitavano nel loro Castello consistente in una trentina di vani con tanto di barbacani e feritoie. La potente famiglia aprutina, aveva un enorme numero di possedimenti nella valle castellana e il loro stemma ghibellino dell'aquila richiamava quello degli svevi già presenti nel castello di Manfredi, Re di Sicilia, in Macchia da Sole, oggi definito "Manfrino" e che incontrerete a Macchia.
Il luogo che nel 1804 contava 67 abitanti, nel 1940 raggiunse la ragguardevole cifra di 120 residenti, mentre oggi una manciata di persone vivono colà e gli eredi dei Bonifaci sono sparsi in provincia tra Campli e Teramo. Esiste a Valleinquina anche una bella chiesetta, molto più antica del castello, edificata probabilmente ai tempi di Carlo V, sotto la dominazione spagnola, intestata a San Nicola.
Le campane di questo luogo sacro, sembra provenissero dal monastero di San Sisto, una volta presente su di un colle vicino, tra Leofara e il laghetto di Sbraccia, abbandonato o distrutto dopo un enorme numero di incursioni di briganti senza scrupoli.
Queste orde di tagliagole che infestarono lunghi anni il posto, non infierirono mai sugli abitanti di Vallenquina o dei paesi vicini, tutti presi a creare ogni sorta di scherno o dispetto alla famiglia nobile dei Bonifaci, che altro difetto non aveva che la ricchezza. Fra l'altro i nobili, oltre che da casato, lo erano anche d'animo, visto che era frequente il loro aiuto alle popolazioni più bisognose. I banditi erano quasi sempre a volto coperto per coprire l'identità, ma con l'avvento dei Repubblicani, furono scoperti essere gente del luogo, fra cui, capobanda, tal Felice Andrea Angelini, originario di Prevenisco, bellissimo villaggio vicino non più di una manciata di chilometri, che vi invito a visitare per la presenza di case antiche con incisioni e splendidi esempi di gafi longobardi. I nobili Bonifaci anche in quel frangente, dimostrarono di essere di gran cuore, evitando di divulgare i nomi dei briganti che tante volte avevano razziato e depredato le loro sostanze.
Per chi si rechi a Vallenquina basterà pochi minuti per rendersi conto dell'enorme importanza che rivestiva anticamente il luogo, terra di confine e punto focale di transito per chi, dalla zona della Vibrata, si immetteva, percorse le due montagne gemelle del Foltrone e del Girella e i ruderi della antica stazione romana Castrum Metella dopo Castel Manfrino, verso l'ardua via per Antrodoco e poi Roma.
Qui un grande numero di paesini abbarbicati su di alture attendono una vostra visita, da Fornisco a Collegrato, da Settecerri a Valle Pezzata, Prevenisco e tanti altri. Concludete degnamente la vostra gita con una pantagruelica mangiata a base di funghi porcini. Andate allo "Scuppoz" di Valle Castellana. Chiedete le teste di fungo alla brace con il filettone di manzo e un piattone di tagliatelle al sapor di bosco, innaffiate il tutto con rosso Montepulciano e …buona giornata! Sergio Scacchia
(Da
TeramoNews)
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